Blera – Notizie Storiche

Le origini di Blera sono databili intorno all'VIII-VII sec. a.C., come dimostrano le numerosi necropoli site intorno all'abitato; sebbene sull'altopiano siano stati rinvenuti resti attribuibili alla tarda età del Bronzo. L'abitato sorse, come la maggior parte degli abitati di quell'epoca, dalla fusione di villaggi nell'Età del Ferro, su uno sperone di roccia tufacea alla confluenza di due torrenti: Biedano e Ricanale. Il nome latino Blera, citato da diverse fonti dell'epoca (Strabone, Plinio, Tolomeo, Tabula Peutingeriana), si conserva fino al Medio Evo quando, troviamo Bleda, quindi Bieda, fino al 1952, quando la città riassume il nome originario.
Il periodo più importante del paese è certamente quello etrusco, nell'epoca arcaica (VII-V sec. a.C.), quando, sotto l'influenza di Tarquinia e poi di Cerveteri, raggiunge quella floridezza, che viene dimostrata dalle vaste necropoli che la circondano. In quell'epoca Blera si trovava al centro di un crocevia di strade che collegavano Cerveteri e Tarquinia ad altre città dell'interno, come Norchia, Tuscania, Castel d'Asso, Volsinii (Orvieto), Veio. L'importanza di Blera continuò anche durante l'età Repubblicana ed Imperiale Romana, quando era attraversata dall'antica via Clodia, strada consolare che percorreva la Tuscia collegando Roma a Cosa. Di questa via, oltre a diverse gole incassate nel tufo restano i due ponti (Ponte del Diavolo e della Rocca) rispettivamente del I e II sec. a.C. In epoca imperiale Blera fu elevata al rango di Municipio ed ebbe anche suoi magistrati. Di quel periodo sono diversi mausolei e numerosissimi resti di ville rustiche disseminate nella campagna circostante. Con la caduta dell'Impero Romano inizia anche la decadenza della città.
Blera fu tra le prime diocesi ed ebbe propri vescovi dal 457 al 1093, quando venne unita alla diocesi di Toscanella (odierna Tuscania); nel 1192 fu unita a quella di Viterbo. La tradizione indica in S.Vivenzio (odierno protettore del paese) il primo vescovo. A Blera visse anche, tra il IV e V secolo San Sensia Martire.
A Blera sono nati due papi: Sabiniano (604-606) e Pasquale II (1099-1118).
Nel 772 subì la prima distruzione, dopo un assedio, da Re Desiderio, per risposta a Papa Adriano I che aveva richiesto la restituzione dei territori occupati dai Longobardi. Dal XIII al XV sec. appartenne alla famiglia Di Vico. Nel 1247, per rappresaglia contro questa famiglia, l'esercito di Federico II, comandato da Alessandro Calvelli, nel quadro delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, la distrugge. Dopo l'estinzione dell'ultimo membro di questa famiglia Blera viene data in feudo, nel 1400, da Bonifacio IX ai conti Francesco e Nicola Anguillara. Dopo la deposizione dei loro successori, per dissidi con Papa Paolo II, nel 1465, la città rimarrà sotto la reggenza della Santa Sede fino al 1516. Del 1515 è il primo degli Statuti Comunali rimasti. Nel 1516 il papa Leone X la dona, come feudo, a Don Lorenzo Anguillara di Ceri e sotto questa famiglia rimarrà fino al 1572, anno della morte, senza eredi, del figlio, Don Lelio. Da allora fino al 1870 sarà governata dalla Camera Apostolica.
Con l'avvento del Romanticismo e la rivalutazione delle civiltà antiche, il paese viene descritto in diverse pubblicazioni sugli etruschi, di cui la più famosa resta quella di George Dennis: The cities and cemeteries of Etruria. Nel 1914 è meta di una missione archeologica tedesca, che pubblica un approfondito studio sulla città, quindi a cavallo degli anni '50 e '60 l'Istituto Archeologico Svedese, sotto la direzione del Re di Svezia, Gustavo Adolfo VI, inizia uno studio sistematico che porterà alla scoperta del villaggio etrusco di S.Giovenale e di Luni sul Mignone.




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