In morte di un amico

A Monica e Pietro

Una canzone diceva che siamo figli delle stelle, ed effettivamente niente di più vero c'è di quella asserzione. Ogni atomo del nostro corpo apparteneva ad una stella. Una stella che è morta per poi far nascere altre stelle, nuovi pianeti e forme di vita, tra cui noi. Una supernova ci ha dato la possibilità di venire al mondo e di vivere le nostre vite. Ma la sua esplosione non è stata che l'inizio del lungo percorso che ora ci trova qui a leggere queste righe. Dopo è stato necessario che un pianeta si formasse né troppo lontano né troppo vicino alla sua stella; poi, una volta apparsa la vita su questo pianeta, 6 estinzioni di massa hanno rischiato di far ricominciare il ciclo da zero (qualcuna ha riguardato fino al 90% di tutte le specie sulla Terra). Un meteorite, alla sesta, ha permesso a noi di essere qui invece che ai dinosauri.
Fin qui la nostra specie in generale.
Se si pensa a noi come individui, la cosa non è meno improbabile. A fronte di miliardi di miliardi di individui non nati, noi abbiamo vinto la corsa all'ovulo nel mese e nel giorno giusto, incontrandoci con uno (tra le migliaia) degli ovuli più in salute.
Quanto detto finora per fare capire che se siamo qui e leggiamo queste righe è perché siamo degli ultrafortunati vincitori di una lotteria al cui confronto il superenalotto è meno di una partita a testa o croce.
Riflettiamo bene quando, a volte, presi da una disperazione per problemi che reputiamo insormontabili, decidiamo che non vale la pena di vivere. Credetemi, pur esistendo, sono veramente pochissimi i motivi per rinunciare a questo “premio della lotteria”.
Vostro padre il premio se l'è goduto meno tempo, ma più intensamente. Ha avuto di fronte grandi sfide e grandi dispiaceri, ma niente che abbia reso meno degna di vivere questa vita. E a fronte dei dispiaceri è stato ripagato dall'avere avuto voi e la vostra mamma.
Quando sentirete la sua mancanza non lo cercate dov'è ora. Che voi siate credenti o no, lui non è dove riposano i suoi resti (che un giorno, come quelli di noi tutti, ricominceranno il ciclo andando a formare nuove stelle), lui è nei vostri (e nostri) cuori. Ricordate i momenti belli passati insieme, magari, per quanto possibile, cercando di cancellare gli ultimi tempi segnati dalla sofferenza.
Se poi credete nella vita eterna, vi auguro di potervi riunirvi un giorno (lontano) nel mondo promesso.
Se non credete o avete dubbi, consolatevi pensando che la sua vita si perpetuerà per mezzo di voi e dei figli dei vostri figli.
Se vorrete onorarlo, non portate dei fiori alla sua tomba, ma fatelo con i vostri comportamenti. Vivete onestamente, e mettetecela tutta nelle sfide che incontrerete, come ha fatto lui. E ciò non significa arrivare primi, perché non è vero, come una certa mentalità di oggi vuol farvi credere, che conta solo arrivare primi. Anche il secondo e perfino l'ultimo posto non hanno meno dignità del primo. L'importante è non avere rimpianti e impegnarsi sempre a fondo in ciò che si fa.

Ciao, Franco.

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Legge Severino anticostituzionale?

Come avete potuto ormai notare da qualche mese, ora tutti i parlamentari del PDL, si spremono le meningi nel criticare la legge Severino, quella che prevede l'incandidabilità dei pregiudicati, tacciandola di incostituzionalità, quando si applica a reati commessi prima dell'entrata in vigore.

La prima cosa che viene da rimarcare è: ma dove diavolo erano questi, quando hanno approvato la legge, visto che l'hanno votata? Che l'abbiano votata a loro insaputa? Possibile che questi giureconsulti non si accorgano di votare un provvedimento anticostituzionale al momento del voto, ma solo quanto c'incappa il loro leader?

Passi che a volte fanno leggi che vanno contro la Costituzione in qualche articolo, in questi casi se è palese l'incostituzionalità il Presidente della Repubblica ci mette una pezza, negando la promulgazione, molte altre volte, quando l'incostituzionalità è celata in qualche risvolto della legge, ci pensa invece la Corte Costituzionale, interessata, in genere, da giudici durante i relativi processi. È una cosa ormai del tutto naturale che ogni anno la Corte Costituzionale annulli articoli di legge o parti di essi.

Ma la cosa che fa ridere anche i polli dei Paesi Stranieri, che abbiano seguito la disputa, è che quelli che hanno votato la legge solo 9 mesi fa, ora dicono di aver votato una legge palesemente incostituzionale in quanto non dovrebbe essere applicabile a reati commessi prima dell'entrata in vigore.

Se poi andaste a leggere le cronache di allora potreste vedere che accelerazione ci fu nella sua approvazione al fine di farla andare in vigore già dal 2013, contro la versione originale che la voleva vigente dal 2018 (probabilmente per far continuare a delinquere altri 5 anni). Alla fine però, con soddisfazione di tutti i parlamentari (sicuramente anche per il sentore che c'era nell'aria della “rivoluzione” antipolitica che stava arrivando), fu approvata e andò in vigore già dalle successive elezioni.

Ma se la legge fosse stata fatta per chi commetteva reati dal 2013, quanto avremmo dovuto aspettare finché i processi di tali reati fossero passati in giudicato? Ve l'immaginate con la rapidità attuale della giustizia? Forse almeno altri 7-8 anni, e nel frattempo questi li avremmo avuti in Parlamento ancora così a lungo.

Quindi la ratio di questa legge dovrebbe essere abbastanza chiara: impedire da subito che i condannati siano candidabili.

Ed ora sulla retroattività.

Un esempio un po' paradossale.

Mettiamo che lo Stato non simpatizzi con i tatuati. Il 1° gennaio fa una legge che dice che i tatuati non possono ricoprire cariche pubbliche e rende il tatuaggio fuorilegge, perseguendo chi si tatua. Cosa succede a chi si è già tatuato prima del 1° gennaio?

Non è perseguibile penalmente in quanto la legge penale non può essere retroattiva (verrà perseguito solo chi si tatuerà dopo). Ma la scelta dello Stato di non far ricoprire cariche pubbliche a questa categoria di persone non dipenderà da quando è stata approvata (infatti si tratta di una qualità che lo Stato non vuole tra i suoi dipendenti, e non di una pena in più che infligge a chi è tatuato). ma prescrive che nei suoi uffici non vuole che circoli gente tatuata.

Ritornando con i piedi per terra, lo Stato non vuole pregiudicati nel suo Parlamento (né nelle altre amministrazioni) né passati né attuali (finalmente!) e perciò a un certo punto ha deciso in tal senso. Tra l'altro non si tratta neanche di una condanna a vita, in quanto il nostro ordinamento giudiziario (e la legge Severino stessa) prevede la riabilitazione: dopo un certo numero di anni è possibile richiedere la riabilitazione (se ci si è comportati bene) e se la si ottiene si diventa di nuovo candidabili.

E sia ben chiaro che quanto ho detto non è frutto della mia fantasia, infatti io ho cercato solo di rendere più comprensibile quanto dicono illustri costituzionalisti e, più importante, il Consiglio di Stato (in pratica l'equivalente della Cassazione del giudizio amministrativo) che ha già deliberato in merito ad un ricorso sulla retroattività della legge Severino.

Infatti un candidato alle elezioni regionali del 24-25 febbraio 2013 nel Molise è stato ritenuto non candidabile dall'Ufficio Elettorale in quanto condannato definitivamente, per uno dei reati previsti dalla Legge Severino, in data 19.12.2001 (sì, avete letto bene: duemilauno!). Il candidato ha fatto ricorso al TAR del Molise che gli ha dato torto, ha quindi adito il Consiglio di Stato che ha ribadito la sentenza del TAR.

Potete scaricarla e leggerla direttamente dal soprascritto link se siete un po' avvezzi nel linguaggio legale.

In pratica il Consiglio di Stato dice che l'applicabilità della legge in questione con sentenze precedenti “non si pone in contrasto con il dedotto principio, ricavabile dalla Carta Costituzionale e dalle disposizioni della CEDU [Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo], dell’irretroattività delle norme penali e, più in generale, delle disposizioni sanzionatorie ed afflittive” in quanto “non solo non si tratta affatto di misure di natura sanzionatoria penale, ma neppure di sanzioni amministrative o di disposizioni in senso ampio sanzionatorie”. “La condanna stessa viene, quindi, configurata alla stregua di "requisito negativo" o “qualifica negativa” ai fini della capacità di partecipare alla competizione elettorale e di mantenere la carica”. Dal carattere non sanzionatorio della norma “discende il corollario della non pertinenza del riferimento all’esigenza di addivenire ad un’interpretazione compatibile con le disposizioni dettate dall’art. 25 Cost., in materia di sanzioni penali, e dall’art. 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo”. In pratica tale norma non è in contrasto con l'articolo della Costituzione che parla della non retroattività della legge, né con la Convenzione Europea che ribadisce nella sua Carta tale non retroattività.

Insomma leggetevela voi stessi; anzi sarebbe meglio che se la leggessero quanti continuano a gridare all'illegalità.

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Pacpl per convertire file audio o video con Linux

Dovevo convertire dei file flac in mp3 e in passato con Mandriva non ricordo di aver avuto mai problemi. Da un po' di tempo in qua, invece, ora che uso Kubuntu, non riuscivo a trovare qualche programma che mi soddisfacesse (a dire la verità dopo una ricerca in Google, i vari che ho provato non sono riuscito a farli funzionare, per bachi vari o per problemi con la distribuzione, suppongo: ad esempio Soundconverter, ffmpeg, e qualche altro). Altri consigliati non erano nei miei repository, forse perché obsoleti o abbandonati. Allora ho fatto quello che poi dovevo fare fin dall'inizio: ho cercato nella lista dei programmi su Muon, ho inserito la parola “converter” e tra i diversi programmi che sono usciti fuori ha destato la mia curiosità pacpl, un convertitore praticamente universale, nel linguaggio perl. Un programma a linea di comando (ma non solo, come leggerete) molto semplice anche nell'uso in console.

Insomma, scaricatelo con il vostro programma di installazione (io uso Kubuntu, attualmente la 13.04). Probabilmente, se non siete utilizzatori di programmi in perl, si porterà dietro diverse dipendenze, ma in fondo ce ne importa poco, visto che non abbiamo nessun file registro da sporcare e quindi quando disinstalliamo ripuliamo tutto…

Una volta installato, apriamo la console e diamo il comando:

pacpl -t mp3 filemusicale.flac

in cui -t è l'opzione per dire al programma in quale formato convertire (nel nostro caso sarà mp3)

e come d'incanto pacpl ce lo trasforma in mp3.

Attenzione se avete un file mp3 con lo stesso nome, in quanto il programma non fa che cambiare l'estensione, senza modificare il nome.

Oppure se volete convertire tutti i file audio in una cartella basterà sostituire il nome del file con quello della cartella:

pacpl -t mp3 percorsonomecartella

Naturalmente questa è la maniera più semplice e veloce per convertire, ma se volete ci sono anche le opzioni da inserire subito dopo il comando (ad esempio se volete forzare la sovrascrittura di un eventuale file con lo stesso nome, o molte altre per cambiare i framerate, i bps, ecc.), basta leggere il man di pacpl

Tutto solo a linea di comando?

No.

Come scrivevo sopra, pacpl non funziona solo a linea di comando. Infatti al momento dell'installazione, si installa come plugin anche in Dolphin o Konqueror, così quando aprite una cartella con dentro file multimediali, se cliccate su uno di questi con il tasto dx del mouse, scegliete Azioni → Pacpl, apparirà una numerosa serie di formati verso cui scegliere la conversione: cliccate su quella prescelta e attendete: una piccola finestra popup in basso a destra vi comunicherà l'inizio e la fine della conversione.

Da sottolineare che pacpl converte anche i file video in file audio (in pratica estrae la traccia musicale), con la stessa procedura.

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OpenOffice Base e Java

Eccomi qua di nuovo, dopo più di un anno di silenzio, a causa di un intrusione nel blog che faceva il bello e cattivo tempo. Ora per fortuna ho risolto, semplicemente cambiando l'aspetto del blog stesso (sembra che fosse un template che avevo scaricato a permettere quanto accadeva).

Con questo post volevo dare una mano a chi vuole affrancarsi da Access ma ancora trova problemi con OOBase o LibreOfficeBase.

L'unica ragione per la quale non mi ero affrancato ancora da Windows era giusto il fatto che avevo degli archivi creati con Access, a cui volevo ancora avere accesso e aggiornare. Infine, dopo un po' dalla nascita di OOBase mi sono deciso a fare il grande passo. Ho penato un po' (anche dopo) anche per la minor perfezione di Base, ma con qualche piccolo sforzo ora i miei PC sono felicemente dewindowsizzati.

Tutto è andato a gonfie vele con Mandriva fino a che un aggiornamento di Java (la quale è necessaria per il funzionamento di Base) ha causato dei problemi di incredibile lentezza nell'aprire le tabelle (non importava la loro grandezza). Dopo un po' di ricerche, ho scoperto che dalla versione 1.6.0.23 di JRE, Base dava problemi a tutte le versione OOo Linux, e che era un bug conosciuto dagli sviluppatori di OOo, anche se, a quanto pare, questo fatto non sembra averli spinti a darsi da fare, visto che ancora oggi permane questo difetto (forse siamo davvero pochi ad ad usare Base…).

A questo punto non restava che reinstallare la versione precedente, la JRE 1.6.0.22, per far tornare tutto a posto. Con Mandriva non c'erano problemi: si andava su un repository di una distribuzione precedente e si scaricava il file rpm di JRE corrispondente.

Purtroppo, quando sono passato a Kubuntu, la cosa è un po' cambiata in quanto i repository non funzionano allo stesso modo e nonostante ricerche varie non sono riuscito a reperire quella versione di JRE per Ubuntu. E così per lungo tempo ho dovuto tenere su un PC una versione di Mandriva giusto per tenere aggiornati i miei archivi. La ragione era anche che non volevo installare la versione originalescaricata dal sito Oracle.

Alla fine però ho deciso che era l'ora di “uniformare” tutti i PC con la stessa distribuzione e così sono andato a cercare la versione “buona” di JRE direttamente dall'archivio di Oracle.

Ora vi spiego come fare per risolvere la questione passo passo:

– Andate su http://www.oracle.com/technetwork/java/javasebusiness/downloads/java-archive-downloads-javase6-419409.html

Dove c'è l'archivio di tutte le versioni 6, precedenti.

– Scorrete la pagina e cliccate sul link Java SE Runtime Environment 6u22 che vi porta direttamente alla sezione di vostro interesse: dopo aver smarcato l'accettazione della licenza, scaricate la versione che fa per voi la 64 bit o la 586 e salvatela sul vostro PC (attenzione però che il Oracle vuole che vi registriate – una ragione per la quale non avevo risolto prima il problema era giusto questo. Alla fine però ho dovuto capitolare).

– Create una cartella dove volete che JRE venga installato, e copiatevi il file con estensione bin. Ad esempio JRE.

Ora aprite un terminale e date il comando chmod +x nomefilescaricato.bin (per renderlo eseguibile).

Ora lanciate il file eseguibile per il comando ./nomefilescaricato.bin

Ora avrete una cartella chiamata .jre1.6.0.22 nella cartella JRE. Se volete copiate la cartella nella home direttamente così da semplificare un'eventuale ricerca.

Aprite OpenOffice: Strumenti->Opzioni->OpenOffice->Java

Qui premete Aggiungi e scegliete il percorso della cartella .jre1.6.0.22

OK e riavviate OpenOffice.

Ora Base dovrebbe tornare a funzionare normalmente.

La soluzione dovrebbe essere buona anche per Libre Office.

Suggerimenti dal Forum Ubuntu: http://forum.openoffice.org/it/forum/viewtopic.php?f=13&t=1429&h

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